Aspettando la riapertura degli impianti sciistici .. gustiamoci “Gustautunno 2022”!

Lo sappiamo bene che anche voi, appassionati sciatori, siete proprio come noi: in attesa “febbrile” della riapertura degli impianti sciistici per la stagione invernale 2022/23!

Non manca molto, la riapertura delle piste è prevista il 3 dicembre (salvo particolari condizioni metereologiche).

Se già avete prenotato il vostro soggiorno o avete intenzione di farlo, affrettatevi, fino al 6 Novembre è possibile pre-acquistare lo skipass stagionale a tariffe vantaggiose.

Ma nel frattempo, qualora desideriate fare una breve pausa dalla routine quotidiana, la nostra Bormio ha sempre qualcosa da offrire.

Questo mese di novembre è il turno di “Gustautunno”, la rassegna culinaria per eccellenza!

Dopo la famosa “Pizzoccherata” arrivano i tipici sapori autunnali della nostra cucina.

Tradizione, innovazione e contrasti di sapori: questa è la promessa dell’ esperienza di gusto nel comprensorio di Bormio grazie a questa iniziativa, nata per promuovere e valorizzare the idee culinarie nei mesi di ottobre e novembre.

Spazio quindi ai ristoranti bormini, ai prodotti tipici e alla creatività degli chef!

Molti sono i ristoranti aderenti che propongono un menù fisso rigorosamente “local” e sicuramente stuzzicante per il palato.

Non mancherà l’opportunità di assaggiare gli “Sciatt”, specialità tipica della nostra Valtellina: croccanti frittelle tonde che nascondono un saporito cuore di formaggio Casera, anch’esso tipico della zona.

Come i pizzoccheri, anche gli sciatt sono fatti con grano saraceno. La pastella che avvolge i cubetti di Casera, viene insaporita con un bicchierino di grappa o acquavite e diluito con acqua frizzante oppure birra, per dare quella croccantezza e sapore in più.
A curiosità: il nome di queste frittelline in dialetto significa “rospo“; la loro forma rigonfia e irregolare riprende proprio quella di questi animali.

Altro piatto tipico che potrete trovare tra i vari menù sono i “Taroz”. E’ un piatto dalle origini povere, contadine, fatto con prodotti del territorio e facilmente coltivabili anche in montagna. I Taroz sono a base di patate, fagiolini, formaggio e burro, tutti ingredienti che magari venivano avanzati in cucina il giorno prima. Infatti il significato di Taroz è miscuglio, poiché tutti questi ingredienti si mischiano tutti insieme.

Questo piatto è talmente “povero” che fino a poco tempo fa non era nemmeno presente nelle carte dei ristoranti o nelle trattorie, mentre adesso lo si trova facilmente e rientra a tutto tondo nei piatti della tradizione.

E’ un piatto abbastanza calorico ed energetico, perciò meglio non abusarne, anche se sarà difficile, visto che sono golosissimi!

Cooking yellow polenta in a traditional copper pot

Un ulteriore piatto povero ma decisamente saporito è la polenta cuncia (o concia): polenta arricchita con burro e formaggio.

Tale pietanza è molto diffusa nel Nord Italia e sono proprio i formaggi a determinarne l’identità geografica che alimenta di quel senso di appartenenza e territorialità che contraddistingue la storia culinaria del nostro Paese.

Qui in Valtellina si utilizza il Bitto, il formaggio tipico prodotto esclusivamente in Valtellina.

Il sapore è dolce e delicato, che diventa via via più intenso più intenso con il procedere della maturazione. L’eventuale aggiunta di latte caprino rende più intenso il caratteristico aroma.

Per produrre il vero Bitto DOP della Valtellina, si può usare solo latte del territorio della provincia di Sondrio e degli alpeggi dei territori limitrofi di alcuni comuni dell’Alta Valle Brembana in provincia di Bergamo. Il formaggio “Bitto” originale, come dice il disciplinare della Dop, è prodotto esclusivamente con latte vaccino crudo intero appena munto, derivato da razze tradizionali nella zona che seguono un’alimentazione controllata.

Esiste anche il Bitto Storico Ribelle, un formaggio presidio Slow Food prodotto anche in questo caso esclusivamente nei mesi estivi in alpeggio, quando mucche e capre di razza autoctona vengono portate negli alpeggi alpini in estate. Il Bitto storico ribelle ha un disciplinare ancora più ristretto e le zone di produzione più limitate.

E se si parla di formaggio tipico impossibile non nominare lo Scimudin, un formaggio molle da tavola di breve stagionatura. Dolce e delicato nel gusto, si contraddistingue per il suo inconfondibile sapore di latte.

La sua pasta è molto morbida e consigliato con le insalate, verdure e frutta fresca. In cucina la sua esaltazione è nella preparazione di salse, poiché ben si presta ad essere mantecato.

Non mancheranno piatti a base di grano saraceno, dai primi (come i ravioli) al dolce (crosta o biscotti).

Anche questo era un alimento fondamentale nella dieta dei contadini della Valtellina e dell’intero arco alpino fino all’inizio del secolo scorso.

E’ una pianta rustica, resistente ai climi freddi e difficilmente attaccabile da parassiti, utile per sfruttare i terreni nei mesi estivi, nel periodo di riposo dopo il raccolto invernale di segale, patate e orzo.

La farina di grano saraceno un tempo era considerata poco pregiata, buona soltanto per la cucina povera dei contadini che però sono stati in grado di esaltarne il sapore con delle ricette semplice, ma ancora oggi molto apprezzate (ricordiamo i famosi Pizzoccheri, il piatto per eccellenza a base di farina di grano saraceno!).

E infine, saranno largamente diffusi i sapori tipici autunnali della selvaggina, dei funghi, delle castagne..

La natura ci dà molto, sta poi nella creatività dei nostri chef di esaltarne i sapori, scovare nuove combinazioni e accostamenti.

A voi non resta che sedervi a tavola e farvi sorprendere e conquistare dai sapori valtellinesi.

Alla prossima,

Dario